giovedì 17 dicembre 2009

REDDITOMETRO FRA SERIALITA' E PONDERAZIONI

Il redditometro potrebbe essere impiegato in modo seriale ma in una
versione light: si sommano le spese note all'agenzia (colf, viaggi,
ecc) più il minimo vitale per acquistarsi il cibo e l'accertamento
parte solo se quelle spese superano di molto il reddito.
La logica che funziona del redditometro è: a me Agenzia risulta da
dati "certi" che tu hai speso almeno 100 negli ultimi tre anni e hai
dichiarato un reddito netto medio di 20: dove hai preso i soldi?
I dati però devo essere appunto "certi" (es. stipendio annuo colf) e
non presunti in base ai moltiplicatori (es. stipendio annuo colf x 3).
Se infatti si applicano moltiplicatori "presuntivi" in modo rigido
alla massa, facciamo la fine degli studi di settore: accertamenti che
colpiscono maggiori capacità economiche solo sulla carta e tutte
ancora da dimostrare.
Insomma, a mio modesto parere, la serialità che funziona si deve
basare su elementi certi (si pensi ad esempio il controllo automatico
delle dichiarazioni per quanto riguarda gli omessi versamenti), mentre
le presunzioni richiedono una analisi caso per caso che non è
standardizzabile (e inoltre richiederebbe una sensibilità valutativa
specifica, da parte di esperti dell'attività oggetto di valutazione
che ESCONO DALL'UFFICIO e si mettono a stimare sul "campo" - e ciò in
Italia purtroppo non si è mai visto).
E' chiaro che l'attività di accertamento standard ha costi molto bassi
al contrario di un'analisi spefica svolta in modo serio. Ed è per
questo che si cerca di serializzare tutto. Ma serializzare anche le
presunzioni, senza dotare l'Agenzia delle competenze e sensibilità
necessarie per valutare, è un tentativo vano e destinato al
fallimento.
Claudio Cerutti

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