venerdì 26 marzo 2010

EVASIONE FISCALE FRA MORALISMI E PRAGMATICA

Affrontare il "problema" evasione fiscale sotto l'aspetto moralistico non aiuta la coesione sociale, si dice. E, comunque, da un punto di vista di strategia tributaria è sbagliato. Sembra più opportuno, invece, intervenire sulle "condizioni" che rendono possibile l'evasione, cercando di rendere il "terreno" acido o basico per impedirne la proliferazione.
Questo ragionamento può sembrare freddo, asettico, meccanicistico, insomma, può apparire senza cuore. In un primo momento è parso così anche a me. Però...riflettendo bene mi sono accorto di una cosa, di un aspetto che fa parte del mio io più profondo: gli aspetti istituzionali, con le loro regole, vengono dopo la mia persona; infatti, essi non traggono legittimazione dal fatto di essere approvati dal parlamento ed essere pubblicati in gazzetta, ma sono io che do loro legittimazione. Il fatto che la loro osservanza mi possa essere imposta coattivamente non significa che per me siano, per forza di cose, legittimi. Non voglio di certo fare apologia anarchica, me ne guarderei bene. Ma questo ragionamento mi fa capire che potrei anche decidere "legittimamente", magari perchè ho le mie profonde motivazioni, di non pagare le imposte. Se così stessero le cose dovremmo concludere che il "senso morale" è un qualche cosa di estremamente personale, con cui non si può barare, con cui non si può scendere a patti: la coscienza di ciascuno di noi è, infatti, sempre veritiera e severa. Ed allora si può ben concludere che, anche da un punto di vista tributario, "il moralismo" del tipo "di tutta l'erba un fascio" non serve proprio a nulla.