venerdì 11 dicembre 2009

GLI INEVITABILI EQUIVOCI DELLA COMUNICAZIONE MEDIATICA

"Meno tasse sui ceti medi..." e più sussidi per i poveri è uno dei
concetti portanti, fra i tanti altri condivisibili espressi
nell'intervento di Alberto Alesina sul sole del 21 agosto 2009. E'
evidente che siamo di fronte ad un'antinomia, cioè di quel particolare
tipo di paradosso che indica la compresenza di due affermazioni
contraddittorie. Per capire meglio ci possono essere di ausilio alcune
semplici considerazioni tipiche della scienza delle finanze (che come
auspica il Prof. Lupi in altra parte di questo sito) dovrebbero anche
servire per spiegare i comportamenti sociali rilevanti ai fini di una
teoria della tassazione.
Se si diminuisce la pressione sui ceti medi, (da intendersi come
quell'agglomera to di contribuenti un poco al di sopra della soglia di
povertà e con redditi non eccessivamente alti, fascia, questa
significativa per l'erario in quanto rappresenta la maggior area su
cui pescare imposte, che identifica, insomma, la parte centrale di una
curva a campana dalla cui semplice osservazione si acclare bene che
ogni manovra fatta sulle ali, povere o ricche, sarà sempre, in termini
di gettito, poco significativa, salvo sortire approvazione o
disapprovazione politica), come dicevo, se si diminuisce la pressione
sui ceti medi, allora, inevitabilmente mancheranno risorse da
destinare ai meno abbienti. Si tratta, quindi, di una ipotesi
scarsamente realistica, soprattutto in un paese quale l'Italia ove
l'entità del debito pubblico e la conseguente rigidità che ne deriva
non permette manovre significative in tal senso, salvo effettuare
quegli interventi, anch'essi politicamente negativi a livello di
consenso, di aggiustamento strutturale della finanza pubblica.

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