giovedì 10 dicembre 2009

LA MEDIAZIONE FRA DIVERSE ESIGENZE

L'Agenzia delle Entrate deve, necessariamente, contemperare esigenze
diverse, essendo il braccio di trasmissione del Ministero, che mette
la faccia nei rapporti col contribuente. In effetti, sotto questo
profilo, la puntualizzazione di Theplaner, chiama a riflettere, anche
se, a dire il vero, non penso che, se fosse direttamente il Ministero
ad interfacciarsi con la vasta platea di contribuenti la cosa sarebbe
molto diversa: chi è chiamato a pagare le imposte non fa certo queste
distinzioni. Al contempo, come rileva, in questi giorni Raffaello, sul
sito della FONDAZIONE STUDI TRIBUTARI, il "cittadino" è bersagliato da
messaggi mediatici spesso opposti fra loro: qualche mese fà l'Agenzia/
Ministero facevano sapere che gli strumenti fiscali per il pagamento
soft delle imposte potevano anche essere utilizzati per lenire gli
effetti di scarsa liquidità dovuti alla crisi. Non a caso, il governo,
con uno degli ultimi provvedimenti "anticrisi" aveva ritoccato al
ribasso le sanzioni dovute a seguito di ravvedimento operoso, con
l'evidente finalità politica di porre un ultriore strumento, seppur
parzialissimo, per fronteggiare le difficoltà economiche. Il
messaggio, quindi, è passato, per cui era inevitabile che le entrate
di novembre fossero in calo: riduzione degli acconti, uso "improprio?"
dello strumento del ravvedimento, recessione economica, non potevano
far altro che causare una diminuzione delle entrate. A fronte di tale
scenario, ecco allora, che il Governo (Tremonti)/Ministero e
conseguentemente Agenzia, oggi, non possono far altro che porsi alla
platea dei contribuenti col messaggio, opposto, quanto alla filosofia
di fondo, tendente a mettere sull'allerta i medesimi su di un uso
esagerato dell'auto sospensione/riduzione delle imposte. Sono messaggi
con un c.d. effetto annuncio: i controlli, concreti, saranno
pochissimi, ma servono ad ottenere un tendenziale adeguamento a
cascata. Per completare il discorso, infine, non si può fare e meno di
constatare che, per il buon fine dell'operazione, occorre che l'altro
"ingranaggio" dell'apparato di trasmissione dell'informazione fiscale,
cioè gli intermediari, in particolare, facciano la loro parte: nel
mentre valutano una posizione debitoria fiscale, per il cliente
difficile da sostenere finanziariamente, consiglino al medesimo,
"l'estrema pericolosità" di non pagare sperando, nella speranza, poi,
di regolarizzare il tutto con un successivo ravvedimento.
Mauro Franchi

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