mercoledì 17 luglio 2013

Pressione Tributaria e Debito Pubblico

www.jurismind.it . Nonostante e giustamente venga autorevolmente (Raffaello Lupi) ricordato che il Diritto Tributario si debba solo ed esclusivamente occupare di "Tasse", senza travalicare i propri "confini" occupandosi anche di politica di bilancio statale, opzioni politiche, ecc., appare sensato, oggi (luglio 2013) interrogarsi sull'importante aspetto su come, negli ultimi anni, la politica tribuataria, attuata dai vari governi succedutisi, abbia contribuito alla situazione economica in cui oggi l'Italia si trova. Dal 2008 ad oggi viene in rilievo un dato estremamente allarmante: il debito pubblico è salito dal 103 al 130% del PIL e tutto ciò è avvenuto indipendentemente dai governi succedutesi. Col Governo Berlusconi (2008 - 2011) la Spesa Pubblica è aumentata di oltre 200 miliardi, con una riduzione della pressione tributaria, mentre con il Governo Monti (2011 - 2012), la Spesa Pubblica è aumentata di oltre 100 milioni con un notevole aumento, anche, della pressione tributaria. Evidentemente per vincoli di consenso, pressioni e quant'altro, i vari governi non si sono mai decisi ad intervenire su ciò che dovevano: la riduzione della spesa pubblica. Ciò di cui si sta discutendo, è evidente, è un aspetto che travalica la "scienza tributaria" intesa in senso stretto; essa, infatti, si deve principalmente occupare di presupposti, basi imponibili, aliquote, soggetti passivi, accertamento, riscossione e giudizi tributari, ma non bisogna dimenticare la "base" su cui essa poggia: il concorso alla spesa pubblica. Come sancisce l'art. 53 della Costituzione, infatti: Tutti devono contribuire alle spese pubbliche in ragionre della propria capacità contributiva. Come da sempre si sottilinea con Riflessifiscali, quindi, occorre avere ben presente ciò che da, oggi, senso, all'esistenza di un qualsiasi Sistema Tributario: il concorso alla Spesa Pubblica. Se questà è "endemicamente malata" ecco che allora qualsiasi "politica delle tasse" rischierà di risolversi in un nulla di fatto, rischiando, anzi, di incanalare il sistema economico in un circolo vizioso: l'aumento della pressione (in Italia ormai a livelli insopportabili), rischia di strangolare un'economia ormai asfittica. E le tasse, in uno scenario simile, data la loro natura già di per se "poco attraente" rischiano di diventare un "mostro odioso" nel comune sentire dei contribuenti. Il collegoamento, voluto dai Costituenti, fra Spesa Pubblica e Imposizione Fiscale, deve perciò essere sempre tenuto in debita considerazione dallo Studioso di Diritto Tributario, come una cartina di Tornasole, affinchè abbia compiuta e reale cognizione dello scenario concreto di riferimento.