mercoledì 27 gennaio 2010

LE PRECLUSIONI DA OMESSE ISTANZE DI INTERPELLO

Un aspetto che andrebbe, forse, evidenziato, almeno a livello di teoria generale, è che la presentazione di istanze d'interpello, di qualsiasi genere esse siano, non dovrebbe mai pregiudicare la dimostrazione, sia nel procedimento che nel processo, della situazione effettiva da parte del contribuente. Ne, tantomeno, dovrebbero sussistere preclusioni per l'accesso al giudice tributario, nel caso di omessa istanza. Mi sembra che un'istanza di interpello non possa mai assumere la funzione di vero presupposto processuale, anche se lo dice una norma di legge, altrimenti si violerebbe l'art. 24 cost. Infine, mi pare difficilmente criticabile la disposizione che impone l'esercizio effettivo dell'attività commerciale od industriale nel paese estero: da un punto di vista teorico (e quindi ponendo casi di scuola) possono, forse, porsi delle obbiezioni, ma in concreto la semplicità della sua formulazione sembra cogliere il bersaglio: perchè allochi la tua sede in un paradiso fiscale se, poi, il cuore del "business" è altrove. Piuttosto, accanto alla industrialità e commercialità andrebbe aggiunta anche l'attività di servizi.

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