giovedì 11 febbraio 2010

RENDITE FISCALI DI SETTORE: RIFORME ED AUTONOMIA DEL DIRITTO TRIBUTARIO

Forse, possiamo anche convenire che in un determinato momento storico il "settore" possa assumere una sua particolare fisionomia tale da giustificare un favor politico a livello di tassazione. La rendita di posizione, anche se sperequata, inevitabilmente, al suo interno, è, in tali casi, voluta. Essa, allora, non si può definire stortura. La conseguenze di tale visione è che il diritto tributario, talvolta non può essere preso esclusivamente in considerazione da un punto di vista atomistico, quale scienza (sociale) autonoma che non possa risentire di "pressioni" esterne. Anch'esso (il diritto tributario) vive in un ambiente cui è collegato, senza soluzione di continuità, è ovvio.
L'anomalia si verifica, invece, quando le condizioni che originariamente avevano giustificato l'esistenza di rendite, più o meno sperequate, vengono meno, in quanto muta il contesto socio economico di riferimento. Ad esempio, l'agricoltura degli anni 2000 non è più quella degli anni 50, ecc. E' chiaro che metter mano a tali riforme, epocali, non può risolversi in una stagione di slogan e ridde tipografiche. Servirebbe un ampio e costruttivo confronto che coinvolga i vari attori: parti sociali, politici, tecnici, ecc. Ma purtroppo, tale modalità di procedere, non è ad appannaggio degli italici costumi.

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